Import/export Espo…

Import/export

Esportano democrazia in Iraq e siccome è merce costosa (avete idea di quanto consuma la macchina bellica?) si fanno pagare in petrolio.

Ieri su La Repubblica Adriano Sofri ha scritto un altro dei suoi articoli tortuosi e un po’ ambigui, a proposito di terrorismo ed elezioni. Fra le idee poco o punto condivisibili e altre poco comprensibili riporto questa che mi sembra particolarmente subdola (o sono io che non capisco?)

Senza il nostro modo di vivere – l’abitudine alle libertà personali, la sicurezza di sé delle donne, una vasta e varia opinione pubblica, l’istruzione, l’informazione e la comunicazione, la pluralità di partiti sindacati associazioni – le elezioni sarebbero una fragile assicurazione contro il dispotismo, se non un rito truffaldino. E’ l’equivoco che fa ridurre l’esportazione della democrazia alla celebrazione delle elezioni – beninteso: le elezioni non bastano a fare una democrazia, ma non può darsi democrazia dove non ci siano libere elezioni.

E io che pensavo (con pochi altri ingenui) che la democrazia non fosse esportabile e che comunque le varie forme della democrazia occidentale non siano il massimo per paesi con altra storia e cultura. Macchè, Sofri docet, il problema è esportare bene/esportare tutto; insomma un pacchetto all-inclusive (o meglio un pacco), il demo-pack. Una bella prospettiva per il made-in-Italy, che si vende bene quasi ovunque nel mondo.

Io qualche idea di prodotti nostrani in versione export ce l’avrei:

Suk Armani (moda giovane senza veli)

Publiraq (consulente Dell’Utri)

Forza Iraq (un piazzista si trova di certo in Mesopotamia)

Le “tre i” per la scuola irachena: inglese, internet e impianti (petroliferi)

L’ UDI (unione donne irachene)

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Una risposta a Import/export Espo…

  1. bradipaa ha detto:

    :+/

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