Camminare stanca (e Shame)

Ho optato per la terapia d’urto, curare i ginocchi camminando. E ieri prima camminata seria, in montagna dalla Casetta Pulledrari al Rifugio del Montanaro, passando da Maceglia (un paio d’ore a passo-di-pensionato). Sosta e panini sulla terrazza, insieme ad altra gente e molti cani: poi discesa per la via diretta, perso il sentiero a metà e giù per il bosco (ahi i ginocchi !). Ritorno a casa e ricca dormita. Prossimamente camminate meno impegnative.

La sera si parte per andare a vedere A simple life in zona stadio, ignari dell’evento calcistico che ha segnato il definitivo affondamento della squadra locale. Dietro-front alla vista del traffico bloccato e dirottamento su Shame.
All’intervallo la donna e l’uomo seduti accanto a me se ne vanno: il film è duro e per niente facile. New York, due solitudini: fratello e sorella, hanno entrambi – in modo diverso – un rapporto molto problematico (è un eufemismo) col sesso e con l’amore. Quello che c’è dietro bisogna immaginarlo. Da vedere.
Tolte le strepitose immagini, resta un porno britannico con tocchi di esistenzialismo, sostiene Mancuso e stavolta non la seguo.

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6 risposte a Camminare stanca (e Shame)

  1. koredititti ha detto:

    film per nulla facile…da vedere per capire .

  2. Linda ha detto:

    Un film duro che non mi sento di censurare. Due fratelli dei quali si intuisce un passato di abusi e di dolore, che cercano di sopravvivere al marchio che si portano dentro, impresso col fuoco, senza riuscirci. Avrei evitato i nudi quasi ossessivi di lui, ma per il resto rimane un film da vedere, nonostante tutto.

  3. giannitos ha detto:

    Anche io non lo rivedrei, e in genere mi piace rivedere i film (e rileggere i libri).

  4. koredititti ha detto:

    a simple life pare sia mooolto interessante.

  5. giannitos ha detto:

    Ci andrem se non scappa prima (per ora è al Portico, dove vedevo i film dopo il catechismo)

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